Normalmente, date le particolari convergenze economiche attuali (mala tempora currunt, dicevano i latini, ma il principio è oggi attuale come un tempo), l’investimento del denaro nella solidità – anche fisica – del “mattone” appare quella più sicura per la conservazione dei propri risparmi.
Il principio vale soprattutto per tutti coloro che, già disponendo di una utile abitazione, siano proprietari di ulteriori immobili che vogliano dare in locazione (o “affittare“, come si dice nel linguaggio comune, sebbene il concetto abbia sfumature giuridiche leggermente diverse), così percependo un canone, cioè un pagamento nella forma di una somma di denaro liquido, da poter poi investire o sfruttare a proprio gradimento per diverse e ulteriori necessità, diverse da quelle abitative già fruite.
Un buon inquilino, preciso e puntuale nel pagamento, civile e rispettoso del bene immobile locato, è un investimento prezioso: un tesoro, raro e prezioso quasi quanto un amico!
Tuttavia, la locazione di un immobile può trasformarsi – in casi estremi e infausti – in una vera e propria trappola per il proprietario/locatore: può succedere che il bene entri nel possesso, cioè nella disponibilità materiale, di una persona poca corretta, che non sia affatto adempiente ai propri doveri contrattuali, omettendo o rifiutando il pagamento dei canoni dovuti (o delle spese accessorie), fino a danneggiare l’immobile stesso o renderlo teatro di traffici poco decorosi o illeciti.
In simili frangenti, l’immobile locato, da preziosa fonte di reddito, si trasforma in un onere gravato da spese aggiuntive e impreviste, oltre a sfuggire dal controllo del suo stesso proprietario, che si trova fisicamente spogliato di un bene di suo diritto e impossibilitato a recuperarlo senza l’applicazione della legge: infatti, si deve ricordare come l’esercizio arbitrario di proprie ragioni, anche se costituenti diritti legittimi, laddove vada a sua volta a ledere diritti altrui, sia esso, per primo, una condotta illecita, passibile di reazioni sia di natura civile quanto penale.
Pertanto, al locatore impossibilitato a disporre del proprio bene e in presenza di un inquilino inadempiente, non resta che rivolgersi a un esperto (i.e. un avvocato) che lo tuteli secondo le leggi statali attraverso un percorso che, purtroppo, si presenta spesso assai lungo e oneroso per il proprietario, che non è nemmeno consapevole della reale dinamica di quanto si trovi ad affrontare.
In tale prospettiva, è opportuno fornire alcune informazioni di massima, che possano aiutare il cittadino a comprendere le procedure (e le tempistiche) da seguire per il recupero di un immobile di proprietà, attraverso lo sfratto per morosità.
Occorre, infine, informare la collettività sull’esistenza di un preciso accordo Prefettizio in uso nel Comune di Bologna e provincia, che consente a determinate condizioni di ottenere dei contributi o delle agevolazioni che possano aiutare a ridurre il disagio abitativo, sanando la morosità o mantenendo un collocamento abitativo o in generale favorendo una soluzione bonaria del caso.